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Fiera è un piccolo mondo antico che non esiste più. Una frase, questa, in cui i verbi sembrano contraddirsi, anche se in realtà sono ben coniugati. Fiera c'è ma non esiste, non in questi tempi almeno e per cercare di comprendere quest'antitesi è necessario tenere conto di una distinzione fondamentale: il quartiere periferico della città di Treviso identificato con il nome "Fiera" è solo lo sfondo, o meglio ancora, il palcoscenico su cui si muove la Fiera raccontata in questo libro, fatta di personaggi dalla natura straordinaria, le cui gesta vivono ancora oggi nella memoria e nelle storie - che spesso assumono tratti mitologici - raccontate a tarda notte nelle osterie o a qualche angolo di strada da quelli che c'erano. Fiera è stata un'enclave di umanità varia e resistente compattata da un inspiegabile e assoluto senso di appartenenza che ancora oggi ne caratterizza i sopravvissuti: "Mi son da Fiera!", ecco il vanto, l'onorificenza, l'attestato, l'autocertificazione, che conferma l'indissolubile e misterioso legame con il luogo.